[RECENSIONE] IL DONO DEL TOVAGLIOLO DI GEMMA PERSICO

Cari lettori, 

oggi parliamo ancora una volta di Elizabeth Gaskell, ma non di un suo romanzo bensì di un saggio chiamato "Il dono del tovagliolo" di Gemma Persico pubblicato dalla Bonanno Editore.

Il libro si sofferma su tre dei sei romanzi lunghi che ha scritto l'autrice: Mary Barton, Ruth e Nord e Sud.



Recensione

Parto con il parlarvi della scelta del titolo " Il dono del tovagliolo", il dono indica l'arte e il talento che non deve rimanere nel "tovagliolo", ma deve essere usato per gli altri, in funzione di qualcosa o di qualcuno.

Tenere qualcosa nel tovagliolo significa conservare degli oggetti preziosi e il  termine "tovagliolo" usato dall'autrice non è a caso, ma è funzionale per rendere l'idea di casa e di famigliarità al posto delle parole che potevano essere utilizzate, come panno o salvietta o strofinaccio.

Ma questo prezioso talento che l'autrice ha deve uscire per raccontare qualcosa che può essere utile anche agli altri, come una vera e propria missione morale.

Elizabeth Gaskell è un'autrice autentica e a volte anti vittoriana considerando che gli argomenti che tratta nei suoi romanzi come le fallen woman, la lotta degli operai;  anche se lei incarnava la perfetta donna della sua epoca, sposata, con dei figli e molto religiosa. 

Ma era anche un'osservatrice attenta e acuta del mondo in cui viveva e nonostante le critiche che ha ricevuto per molte opere pubblicate in particolare per Mary Barton e Ruth, non si è lasciata scoraggiare. Ma considerando proprio il periodo in cui viveva, non a caso, l'opera che la critica ha maggiormente apprezzato è "Cranford", che è sicuramente lontana anni luce da Mary Barton o da Ruth. In Cranford viene elogiata la sua sottile ironia, il modo in cui descriveva una società che però ormai stava cambiando.

Il saggio inizia con il parlare di Mary Barton, opera che sin dalla sua pubblicazione nel 1848 era destinata a suscitare delle forti polemiche, anche se inizialmente fu pubblicata in forma anonima, l'identità dell'autrice uscì molto presto. 

La Gaskell ammise di non saper molto di economia che però aveva solamente scritto la verità riguardo alla lotta degli operai e al forte malcontento che c'era, lei voleva dare voce a chi non ne aveva.

Come successe molte volte con altri suoi libri, questo romanzo si doveva intitolare "John Barton",  fu l'editore a suggerirle di cambiarlo;  la Gaskell voleva concentrarsi proprio su John, un personaggio che ammira per la sua dignità e per la denuncia dei mali di Manchester nei confronti dei più deboli. 

Mary, invece diventa la protagonista, con le sue imperfezioni e insicurezze diventa una giovane donna matura e consapevole e prende la scena soprattutto nella seconda parte dell'opera.

La Gaskell, con il suo primo romanzo, traccia la linea delle figure femminili che saranno le protagoniste della sua narrativa, donne così forti e fragili allo stesso tempo ma che prendono la scena rispetto ai personaggi maschili. Partendo proprio da Mary Barton, proseguendo con Ruth Hilton in "Ruth" , poi Margaret Hale in "Nord e Sud", ancora Sylvia Robson in "Gli innamorati di Sylvia", poi ancora con Phillis Holman in "La cugina Phillis" e infine Molly Gibson in "Mogli e figlie".

Per leggere la mia recensioni al romanzo Mary Barton la trovate qui .

Proseguiamo con Ruth, opera pubblicata nel 1853 che ha fatto discutere la società vittoriana per il tema trattato, la protagonista è una fallen woman, per la morale dell'epoca il suo comportamento è molto discutibile e non lascia nessun spiraglio di perdono. La Gaskell non la giudica affatto, ma attraverso i suoi personaggi incarna ciò che la società pensava della giovane, anche se fa capire in molte occasioni che l'uomo che incontrerà e la rovinerà ha una parte di colpe per quello che è accaduto a Ruth, anche se per tutti lui non ne aveva nessuna.

La Gaskell quindi fa sembrare Ruth più vittima che peccatrice, respinta da una società crudele che la condanna e a cui non importa se abbia espiato o meno la sua colpa, ai loro occhi sarà sempre una donna perduta.

La verginità era un tabù all'epoca e la Gaskell si meraviglia di come la donna venisse vista come una figura senza peccato, pura e casta, che al primo cedimento diventa una fallen woman ma allo stesso tempo non condanni l'uomo che ne è stato la causa. 

La Gaskell dimostra di essere una donna che attraverso il suo talento e nonostante i suoi principi da donna vittoriana, non può rimanere in silenzio di fronte a quello che le donne della sua epoca stavano subendo, va contro tutto e tutti e decide di far conoscere e pubblicare questa storia, che a mio avviso è una delle più belle della sua narrativa.

Se vi va di leggere la mia recensione al romanzo la trovate qui.

Infine l'ultimo capitolo è dedicato a "Nord e Sud" una delle opere più famose dell'autrice.

Questa opera fu pubblicata tra il 1854 e il 1855, quando le critiche a Mary Barton e alla questione degli operai erano ormai smorzate, forse anche la Gaskell rispetto al suo primo romanzo ne parla in maniera più sommessa perché ne era coinvolta emotivamente di meno.

Probabilmente in quest'opera la Gaskell vuole porre l'attenzione anche sulle nuove figure imprenditoriali, i nuovi ricchi che venivano visti malamente dalla società, non erano gentiluomini perché lavorano per vivere.

E' risaputo che la scrittura di quest'opera fu davvero difficile per l'autrice, mal sopportava l'uscita a puntate per vari motivi: doveva creare suspense alla fine di ogni capitolo che consegnava, i tempi di scrittura era molto ristretti e la lunghezza era predeterminata. 

Quello che stupisce dell'opera sono i cambiamenti che hanno nel corso del libro i due protagonisti, Margaret diventa una donna e capisce cosa vuole e fa delle scelte importanti e Mr Thornton sembra un uomo duro e inflessibile ma si farà scoprire  mano a mano che la storia andrà avanti. 

Margaret è un'altra figura interessante delle opere della Gaskell, è alla ricerca della propria identità e di un proprio ruolo nella società, oltre che nel suo percorso di crescita come donna. 

Mi sono chiesta molte volte perché rifiuti la prima volta Mr. Thornton, e mi sono data una risposta, non credo che a lei l'uomo non piacesse, anzi, ma lui incarna lo stereotipo della società dell'epoca che vorrebbe che l'unico scopo della vita di una donna fosse sposarsi e avere una famiglia.

Lei si sente intrappolata in un cliché tipico dell'epoca vittoriana che vuole che una donna sia docile e sottomessa e che non commetta errori come nel caso di Ruth e dove sia inconcepibile che la protagonista di un romanzo possa essere una donna umile come Mary Barton. 

Questo saggio l'ho trovato interessante e ricco di nuovi spunti di riflessione su queste opere, mi ha ulteriormente fatto capire quando fosse moderna e acuta la scrittura della Gaskell, di come lei fosse un'attenta osservatrice dei cambiamenti che stavano coinvolgendo l'epoca in cui viveva.

Se vi va di leggere la mia recensione al romanzo la trovate qui.



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