[RECENSIONE] LA BIBLIOTECA DI PARIGI di Janet Skeslien Charles

Cari lettori,

mi sono sempre piaciuti i libri a tema seconda guerra mondiale e non potevo resistere a questo libro che aveva una trama avvincente e una copertina stupenda.

Aveva tutti gli ingredienti giusti per piacermi: l'amore per i libri, la guerra che sconvolge gli equilibri e una protagonista che cerca di sopravvivere in questa realtà.

Sì l'idea era buona, però il risultato non è stato all'altezza delle aspettative.

Vi spiego tutto nel post.






Recensione 

La protagonista di questa storia è Odile che vive a Parigi nel 1939, ha studiato alla scuola di biblioteconomia e vorrebbe lavorare all'America Library, uno dei luoghi più prestigiosi al mondo, dove sono passati grandi autori del passato.

"Amava Parigi e i suoi misteri. Come le copertine dei libri, alcune di pelle, altre di tessuti, ogni portone parigino dava accesso a un mondo inaspettato."


La guerra è imminente e i nazisti ben presto arriva a  Parigi, spaccando così la Francia in due zone, quella settentrionale in mano al Reich e quella meridionale controllata da  Vichy.

L'American Library rimase aperta durante la guerra, molti libri furono portati in salvo, altrimenti i nazisti li avrebbero bruciati, ma questo luogo fu di rifugio per alcuni ebrei ma offri anche un servizio di "conforto" alle truppe francesi e britanniche durante il conflitto.

La guerra aveva cambiato la vita dei parigini, il cibo era razionato, c'erano posti di controllo per la strada, alcune persone vennero arrestate senza alcun motivo,  c' era un clima di terrore e di costante paura.

Oltre alla parte narrata nel 1939, c'è un altro POV ambientato nel 1983 in Montana con protagonista Lily , la giovane incontra un Odile ormai anziana che le racconta cosa è successo veramente negli anni della guerra.

Verso la fine del libro ci sono dei capitoli con altri punti di vista ma principalmente la storia si alterna nei primi due che vi ho indicato.


"La mia passione per la lettura crebbe: i libri non mi avrebbero tradito."


Odile è un personaggio che ho faticato a capire e ad apprezzare, non è un'eroina,  poteva fare molto di più rimane un po' statica come protagonista, ha poca personalità.

La cosa positiva di questa storia è l'amore per i libri che traspare in ogni pagina ma detto questo c'è poco altro che mi abbia entusiasmato.

Manca una struttura solida narrativa, l'idea è buona ma ci sono capitoli dove succede ben poco e questo ha reso la narrazione noiosa soprattutto nella parte centrale.

Un unico punto di vista, quello di Odile, sarebbe stata la scelta migliore.

Si parla poco in questo testo di ebrei e di Olocausto, qualche accenno di qua e di là, però è più un libro dove seguiamo la vita dei parigini costretti a convivere con i nazisti e con le loro regole. Però c'è anche un'altra faccia della medaglia, la stessa polizia francese che tortura e maltratta le donne che si sono unite ai tedeschi.

Odile ha una storia d'amore con Paul, tutta questa parte l'avrei eliminata è noiosa, piatta e inverosimile, con scene anche esplicite che non aggiungono niente alla narrazione.

La protagonista capisce che deve cambiare le cose però solamente alla fine, forse non è troppo tardi? 

L'autrice lascia alcune cose in sospeso, avrei preferito avere una spiegazione chiara dopo oltre trecento pagine di libri.

Lo stile dell'autrice è semplice, diretto e crudo in alcuni punti, in altri gira un po' attorno a quello che vuole dire però si intuisce, sarebbe stato meglio dire quello che accadeva senza problemi.

Scrivere un romanzo storico non è facile, quello che manca a questa storia sono i personaggi, quelli che animano un libro, quelli che danno forza e struttura all'intera narrazione.

E' un libro che mi ha deluso, salvo solo l'amore che traspare per i libri ma questo non è sufficiente per me per consigliarvelo.

***

Trama


Parigi, 1940. I libri sono la luce. Odile non riesce a distogliere lo sguardo dalle parole che campeggiano sulla facciata della biblioteca e che racchiudono tutto quello in cui crede. Finalmente ha realizzato il suo sogno. Finalmente ha trovato lavoro in uno dei luoghi più antichi e prestigiosi del mondo. In quelle sale hanno camminato Edith Wharton ed Ernest Hemingway. Vi è custodita la letteratura mondiale. Quel motto, però, le suscita anche preoccupazione. Perché una nuova guerra è scoppiata. Perché l'invasione nazista non è più un timore, ma una certezza. Odile sa che nei momenti difficili i templi della cultura sono i primi a essere in pericolo: è lì che i nemici credono che si annidi la ribellione, la disobbedienza, la resistenza. Nei libri ci sono parole e concetti proibiti. E devono essere distrutti. Odile non può permettere che questo accada. Deve salvare quelle pagine, in modo che possano nutrire la mente di chi verrà dopo di lei, come già hanno fatto con la sua. E non solo. La biblioteca è il primo luogo in cui gli ebrei della città provano a nascondersi: cacciati dalle loro case, tra i libri si sentono al sicuro, e Odile vuole difenderli a ogni costo. Anche se questo significa macchiarsi di una colpa che le stritola il cuore. Una colpa che solo lei conosce. Un segreto che, dopo molto tempo, consegna nelle mani della giovane Lily, perché possa capire il peso delle sue scelte e non dimentichi mai il potere dei libri: luce nelle tenebre, spiraglio di speranza nelle avversità.

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