[RECENSIONE] LOIS LA STREGA DI ELIZABETH GASKELL

Cari lettori, 

oggi torniamo a parlare della mia amata Elizabeth Gaskell, e vi propongo la lettura di questo racconto drammatico con delle atmosfere un po' gotiche.



Recensione

Elizabeth Gaskell pubblicò questo racconto nel 1859 e per scriverlo si ispirò dalla vicenda di Rebecca Nurse, una delle donne condannata nel 1600 nel processo alle streghe di Salem, cittadina del New England dove gli abitanti erano devoti alla Chiesa e al puritanesimo. 

Per i puritani tutto quello che accadeva sulla Terra dipendeva dalla volontà di Dio, ecco perché gli uomini di Chiesa avevano un ruolo molto importante e potevano influenzare con le loro parole il giudizio e l'opinione che le persone potevano avere su un determinato argomento. 

La protagonista di questo racconto, Lois, dopo essere rimasta orfana dovrà lasciare l'Inghilterra e partire per l'America.
La giovane, infatti, promette alla madre, in fin di vita, di scrivere allo zio e di andare a vivere con lui, ma arrivata al villaggio di Salem sarà difficile per lei adattarsi alla sua nuova vita. 

Lois si dimostra essere una ragazza semplice, molto ingenua, pura e  devota.

"Lois, che si era sentita raggelare il sangue un minuto prima alla inospitale accoglienza ricevuta, all'implicita offesa al padre sentì salire spontanee le parole alle labbra, con grande meraviglia sua e del capitano:
"Senz'altro erano uomini devoti quelli che lasciarono le loro chiese nel giorno di cui parlate, signora; ma non erano gli unici uomini devoti, e nessuno ha il diritto di ridurre la vera religiosità a una questione di opinione." 


La zia Grace Hickson non la accetterà mai, lo zio morirà poco dopo, mentre il cugino Manasseh ha delle problematiche psicologiche importanti e le altre due cugine Faith e Prudence sono dei personaggi orribili.

La storia è ambientata alla fine del Seicento, in una piccola cittadina piena di paure e di superstizioni ed è così facile per una persona essere accusata di stregoneria, basta davvero poco, una testimonianza falsa, un pettegolezzo  e si finiva condannati a morte.

Lois verrà accusata di essere una strega, il lettore è impotente di fronte al triste destino di questa giovane ragazza e alle continue accuse che venivano mosse alla giovane. Ma lei, fino alla fine, mantiene intatte le proprie idee e il suo buon cuore. 

E' un libro molto triste e  malinconico ma il personaggio di Lois mi ha stupita, ho trovato che fosse tratteggiato, dall'autrice, in maniera così viva e reale, la ragazza è morta con dignità nonostante il torto subito.

La Gaskell ha cercato di analizzare quanto siano crudeli gli esseri umani, quanto le persone furono motivate ad accusare queste "presunte streghe" non perché lo fossero davvero e quindi avevano paura di loro, ma perché erano animate da sentimenti di odio e di gelosia. Un motivo banale, una parola, un gesto frainteso e se qualcuno ti accusava di essere una strega era difficile dimostrare il contrario.

Il finale è straziante e commuovente, un racconto dove possiamo scorgere la grandezza di questa autrice, che in poco pagine sapeva catturare le emozioni dei lettori.

Consigliato!

***

Trama

Rimasta orfana di entrambi i genitori, Lois è costretta a lasciare l'amata casa del padre, pastore anglicano, e a partire per l'America, dove sarà accolta dagli zii puritani che vivono nel villaggio di Salem. La giovane, onesta e timorata di Dio, fa fatica fin da subito ad adattarsi alla nuova vita oltreoceano, in particolare nell'incontro con una parte della sua famiglia a lei sconosciuta, che scopre essere dominata dall'egoismo, dal sospetto, dalla discordia e dalla gelosia. Siamo alla fine del Seicento e la cittadina di Salem è in preda alla paura: la superstizione sta guidando i gesti della comunità, tutti rischiano di venire accusati di stregoneria, e Lois è in pericolo soprattutto tra le mura domestiche. Una novella gotica e cupa, in cui Elizabeth Gaskell si confronta con l'idea del male e con le conseguenze distruttive che ne derivano.

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