[RECENSIONE] Un circolo vizioso di Amanda Craig

Cari lettori, 

oggi torniamo nella mia amata Inghilterra e parliamo di un'autrice contemporanea Amanda Craig, una delle mie preferite per quanto riguarda la narrativa.





Recensione

Questo libro è uscito nel 1996, anche se qualche anno prima alcune copie erano state pubblicate come una sorta di saggio ma furono ritirate per l'accusa di diffamazione, forse anche a causa delle accuse di un ex fidanzato dell'autrice che diceva di riconoscersi in uno dei personaggi. Poi sono state apportate delle modifiche per dissipare ogni dubbio o somiglianza con persone o eventi realmente accaduti.

Incontriamo molti personaggi durante la narrazione, partiamo da Mary, una giovane immigrata irlandese che inizia a lavorare come cameriera ma riuscirà, dopo un periodo molto difficile, a entrare nel sfavillante mondo londinese dell'editoria.


"[...]Non voglio dire questo. Le persone sono come i pianeti, orbitano, ma ti mostrano solo la metà di loro stessi. Amare a tutto tondo significa conoscere il lato oscuro."



Grace, giovane donna di colore che vive nel quartiere popolare e fatiscente di Queen's Estate a nord di Londra, è da sola con un figlio che ama moltissimo e sta cercando di andarsene da lì e spera in un futuro migliore per il suo bambino.

Amelia è una ragazza viziata, ambiziosa e furba che vive grazie alla ricchezza del padre, Max de Monde ma un giorno rimane senza niente, perché incinta decide di sposare un uomo che non si addice al mondo in cui vive.

Il marito di Amelia sarà Mark Crawley, un giornalista cinico e pienò di sè che è interessato solamente alla posizione sociale, a frequentare le persone e gli ambienti giusti. 

Amico di Mark è Ivo Sponge, trentaduenne, redattore di un giornale che incontra Crawley al college.

Entrambi sono entrati nella società londinese che conta, anche se in maniera diversa, Ivo frequentava i locali giusti, le feste che contavano e con il suo fascino e la sua verve naturale aveva cominciato la sua carriera di giornalista.

Mark, invece, aveva studiato la moda, il cibo e l'arte si autoproclamava un intellettuale, non era di bel aspetto ma vestito nel modo giusto e  con un po' di sport era riuscito a farcela. Ma furono soprattutto la la sua arroganza e spavalderia ad aiutarlo a emergere. 

Poi ancora Tom, medico competente e appassionato del suo lavoro che si troverà a combattere con il peggioramento del sistema sanitario nazionale.

E infine Adam Sands, uno scrittore sempre alla ricerca dell'ispirazione giusta e in attesa di diventare un autore famoso e ben pagato. 


"Non vorrei mancare di tatto, ma questo non significa che trova lavoro un sacco di gente che non lo merita? Naturalmente. Ma essere una mediocrità in mezzo ad altre mediocrità è assai gradevole."


E' un libro che descrive in maniera accurata e dissacrante il mondo editoriale e la vita dei giornalisti alla fine degli anni Novanta, un racconto crudo, veritiero e in alcuni punti brutale di ciò che accadeva. 

Abbiamo una serie di personaggi buoni e altri cattivi, alcuni hanno la loro punizione, altri invece capiscono di aver sbagliato e cambiano, per me la loro evoluzione è stata molto prevedibile.

Nel mondo editoriale e del giornalismo quello che conta è il denaro e se non ce l'hai, devi frequentare le persone giuste e i locali più alla moda e con furbizia e intelligenza cercare di entrare nell'ambiente. Ma bisogna fare attenzione, un minimo errore ti potrebbe far crollare il mondò di sabbia che avevi costruito. 

La vita gira prima sei in alto e tutti ti vogliono, ti conoscono, ti aiutano ma se vai giù non troverai nessuno ad aspettarti. 

E' un romanzo che ci fa capire che in alcuni ambienti il successo e i soldi sono tutto, e solo chi ha ambizione, audacia e un pizzico di fortuna può riuscire a emergere.

La stabilità professionale è importante sia per vivere bene a Londra sia nel poter scegliere dove abitare, l'autrice ci spiega bene la differenza tra i quartieri popolari e quelli residenziali dedicati all'élite londinese. 

Durante la narrazione vengono affrontati molti argomenti: il razzismo verso i neri, la malattia, il suicidio, il tradimento, la bancarotta, la povertà, la depressione.

Lo stile dell'autrice è sempre lo stesso degli altri romanzi che ho letto, intelligente, pungente e ironico e tutt'altro che semplice, la Craig sa scrivere, sa coinvolgere il lettore nella narrazione ed è riuscita  a cogliere le varie sfaccettature dell'Inghilterra che evolve e cambia.

Ho apprezzato molto questo libro anche se non è il mio preferito dell'autrice, probabilmente anche l'ambientazione negli anni Novanta ha contributo a farmelo piacere di meno.

Consigliato.


***


Trama


Inghilterra, anni novanta: il thatcherismo ha dominato per oltre un decennio, ma ora presenta il conto sotto forma di una recessione che non guarda in faccia a nessuno. Amelia, figlia viziata di un magnate della stampa, dopo una giovinezza all'insegna degli agi sfrenati viene abbandonata al suo destino dal ricco padre quando rimane incinta e decide di tenere il nascituro. Dovrà ricostruirsi una vita lavorativa e un nido, accettando di sposare il padre naturale della figlia, Mark, un giornalista noto per snobismo, cinismo e arrivismo. Intorno ad Amelia, Mark e al competitivo mondo editoriale britannico ruota un cast iconico del periodo e molto sfaccettato, che va da Mary – una giovane immigrata irlandese che riuscirà a farsi strada negli ambienti elitari londinesi in cui era entrata in punta di piedi facendo la cameriera – a Tom – medico preparato e votato al suo lavoro, perennemente in lotta contro il progressivo sfascio del sistema sanitario nazionale –, passando per giornalisti doppiogiochisti, aspiranti romanzieri, ragazze madri costrette ad arrabattarsi tra sussidi e lavori occasionali, coppie scoppiate, Muse decadute. "Un circolo vizioso" è un affresco vasto, lucido e impietoso di un decennio costellato di ascese fulminanti e cadute rovinose, e di un ambiente intriso di edonismo, carrierismo, fame di fama, collusione col potere e corruzione.

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