[LOST IN VICTORIAN AGE] Ruth: il romanzo "proibito"

Cari lettori, 

oggi nel blog torno a parlarvi dell'epoca vittoriana e di Elizabeth Gaskell con una delle mie rubriche preferite Lost in victorian age.

In particolare in questo post approfondirò uno dei romanzi più criticati dell'intera produzione della Gaskell: Ruth.

*Piccola nota: attenzione all'interno del post ci sono degli spoiler sulla trama di Ruth.*





   
Prima di spiegarvi perché Ruth diventò un romanzo proibito per l'epoca vittoriana, partiamo dall'inizio, da dove è nata l'idea di scrivere Ruth.

♥Da dove nasce l'idea di scrivere Ruth?


C'erano due Manchester nell'Ottocento: quella accettata dai vittoriani e di facciata ma ce n'era un'altra che la buona società ignorava e fingeva che non esistesse, dove regnava l'immoralità e dove purtroppo cadevano vittima molte giovani donne ignoranti (passatemi il termine) che non avevano ricevuto la giusta educazione e protezione famigliare. 
Alla Gaskell colpì moltissimo la storia di Pasley, una ragazza di sedici anni conosciuta durante una visita alla New Bayley Prison, dove era detenuta.
Elizabeth andò lì per insistenza di Thomas Wright, filantropo dedito al reinserimento di giovani nella società civile, l'uomo era amico dei Gaskell e  andava spesso a trovarli.
La scrittrice inglese fu talmente colpita dalla sua storia che, una volta che avrebbe scontato la sua pena, l'avrebbe aiutata a vivere una vita dignitosa. Elizabeth andava a trovarla due volte a settimana, come è  indicato nella lettera all'amica Eliza Fox n. 55 del 26 novembre 1849 .

I like the girl much, poor creature. I have been to see her twice a week, and Agnes Ewart says she does so brighten up at the sight of me and seems so affectionate to everyone.

Ma non fece solo questo poco tempo dopo scrisse a Charles Dickens una lunga lettera, nella quale gli chiedeva dei consigli, non solo come scrittore e direttore di riviste ma soprattutto come filantropo interessato alle lost women. (Lettera n.61 del 8 gennaio del 1850)


I am just now very much interested in a young girl, who is in our New Bailey prison. She is the daughter of an Irish clergyman who died when she was two years old; but even before that her mother had shown most complete indifference to her; and soon after the husband's death, she married again, keeping her child out at nurse. The girl's uncle had her placed at 6 years old in the Dublin school for orphan daughters of the clergy; and when she was about 14, she was apprenticed to an Irish dress-maker here, of very great reputation for fashion.


I have been to see her in prison at Mr. Wright's request, and she looks quite a young child (she is but 16,) with a wild wistful look in her eyes, as if searching for the kindness she has never known, and she pines to redeem herself; her uncle (who won't see her, but confirms fully the account of the mother's cruel hardness,) says he has 30 £ of her father's money in his hands; and she agrees to emigrate to Australia, for which the expenses would be paid.

 

In questi due brevi frammenti della lettera a Dickens capiamo che per le fallen women c'erano due strade da percorrere: o si tornava nel circolo vizioso dell'immoralità, tra alcool e meretricio oppure si ricominciava una nuova vita per esempio in Australia, lontano dagli stereotipi della società vittoriana. 


Le fallen woman nell'epoca vittoriana

Le lost women o fallen women era delle donne che venivano giudicate dalla società come immorali, che avevano perso la purezza avendo delle relazioni fuori dal matrimonio, rientravano in questa categoria non solo le meretrici abitudinarie, ma anche delle ingenue ragazze che venivano lusingate e sedotte da "gentiluomini" senza scrupoli, vittime inconsapevole del triste destino che le aspettava. La maggior parte era donne povere o ignoranti che  accettavano il meretricio per guadagnarsi da vivere, ma non erano solo loro le fallen women; perché venivano considerate tali anche quelle che vivevano per strada, le attrici, le ragazze madri, le donne single senza mezzi economici e senza la protezione di una figura  maschile, un marito o un padre. 

La società vittoriana era divisa in due parti: da un lato quella che condannava senza appello il meretricio, è la considerava una piaga sociale da isolare, ignorare ed eliminare a ogni costo, ma dall'altra parte chi era più tollerante e  accettava le meretrici come essere umani non rispettabili ma che rappresentavano la condizione di alcune donne dell'epoca. 


♥Quando venne pubblicato Ruth?

Il 24 gennaio 1853 venne pubblicato il secondo romanzo di Elizabeth Gaskell, Ruth, un libro diverso rispetto ad altre opere dell'autrice, scritto in concomitanza con la pubblicazione delle varie puntate di Cranford, anzi quest'ultimo fu interrotto per un periodo di circa otto mesi per dedicarsi completamento alla stesura di Ruth. 

Cranford  fu un'opera che ebbe moltissimo successo sia di pubblico che di critica, (ne ho parlato qui) al contrario di Ruth,  ancora oggi molti studiosi si stupiscono della versatilità della Gaskell e della sua abilità nel portare avanti due storie così diverse tra di loro, sia come ambientazioni che come temi.


♥Perchè la Gaskell era consapevole che scrivendo Ruth sarebbe stata criticata?

Elizabeth Gaskell si prese una grande responsabilità nello scrivere questo romanzo e mettere al centro della narrazione Ruth, una donna perduta. Il problema della fallen woman era molto vivo nell'epoca vittoriana ma soprattutto c'era il rifiuto della società di accettare l'idea di una possibile riabilitazione di queste donne. Il problema era che l'autrice stessa era una donna sposata a un ministro della Chiesa unitariana e il suo lavoro di scrittrice era conosciuto a livello nazionale e questo la rendeva fragile e soggetta a critiche da parte di un pubblico che le era fedele e che leggeva le sue pubblicazioni sulla rivista Household Words di Dickens. Questa sua scelta è stata rivoluzionaria per l'epoca ma era altrettanto consapevole che la sua protagonista avrebbe suscitato numerose critiche come scrive a  Lady Kay-Shuttleworth nella lettera n.154 del 7 aprile del 1853:


Of course I knew of the great difference of opinion there would be about the book before it was published. I don't mean as to its merely literary merits, but as to whether my subject was a fit one for fiction; and those, who thought it was not, were likely to be disgusted at the plainness with which in one or two places I have spoken out a small part of what was in my mind.


Possiamo però dire che nonostante lei stessa sapesse che Ruth fosse un libro non adatto per la società o per la maggior parte del pubblico, era convinta di aver fatto un buon lavoro affrontando un tema che veniva spesso ignorato


♥Ruth non fu la prima fallen woman della produzione letteraria della Gaskell

Le prime lost women della sua produzione sono presenti in Mary Barton nel personaggio di Ester e in Lizzie Leigh che dà il nome al libro; questi due personaggi veniva compresi dall'autrice ma condannati per il loro gesto, mentre Ruth viene sempre definita come una vittima che attraversa quattro fasi nel romanzo: l'innocenza, la caduta, la trasformazione e il perdono. Il perdono inteso come riabilitazione per essere inserita nuovamente nella società la sua tragica fine è la conclusione del suo percorso. Come se dopo questa conclusione lei avesse riacquistato l'integrità morale che aveva perduto.

Ma in Mary Barton e Lizzie Leigh le donne perdute non avevano un ruolo principale nel testo, nel primo  l'intento dell'autrice era di approfondire la questione operaia mentre nel secondo era la ricerca  di Lizzie da parte della madre dopo che i maschi della famiglia l'avevano rinnegata. 

In Ruth la protagonista è  una fallen woman,  la storia si concentrava su di lei e  con questo testo la Gaskell aprì la strada ad altri libri che trattavano argomenti simili e che uscirono negli anni successivi.

Molti critici, invece, paragonano Mary Barton a Ruth, anche se come ci dice la Gaskell avevano differenze sia per i personaggi, che per lo stile e la trama. 


I myself, don't see how Mary B. and Ruth can be compared. They are so different in subject, style, number of characters&R c.- everything, and made different partly that people might not compare them, but take each for the good that was in them.



♥Le pesanti critiche all'opera della Gaskell


Le critiche a Ruth furono pesanti, venne definito un testo che minava la pubblica moralità e l'integrità della famiglia.

Nella lettera n.148  del 27 gennaio 1853 a Ann Robson, la Gaskell confessò all'amica che non ebbe molte lettere di congratulazioni, anzi, Ruth fu molto criticata "An unfit subject for fiction"[...] but i determined nortwithstanding to speak my mind out about it".

Se Cranford era leggerezza e spensieratezza, Ruth, invece, raccontava di una sarta sedotta e abbandonata ma quello che all'autrice interessava era di mettere in evidenza la diversità di trattamento di una fallen woman che si concedeva prima del matrimonio, rispetto a un uomo che faceva la stessa cosa, se non peggio,  ma non veniva mai giudicato.

Sappiamo già quante le critiche pesassero sulla Gaskell, tanto che nel febbraio del 1853 scrisse alla sua cara amica Eliza Fox di essersi ammalata e parlò anche di alcuni membri unitariani che bruciarono il primo volume di Ruth e l'autrice a questo punto si chiedeva se il suo romanzo fosse così brutto o se  trattava davvero un tema "proibito".


I think I must be in improper woman, Without knowing it, I do so manage to shock people. Now should you have burnt the ist vol. of Ruth as so very bad? even if you had been a very anxious father of a family? Yet two men have; and a third has forbidden his wife to read it; they sit next to us in Chapel and you can't think how "improper I feel under their eyes.

(Lettera n.150 del ? febbraio 1853 a Eliza Fox) 


Ma non tutte le critiche furono negative e nonostante la paura che il libro fosse ritirato perché non adatto alla lettera nelle famiglie, arrivarono le prime lettere di congratulazioni, da R.Monckton Milnes alla quale risponde il 10 febbraio 1853:


I was so anxious about her, and took so much pains over writing it, that I lost my own power of judging, and could not tell whether I had done it well or ill. I only knew how very close to my heart it had come from. I tried to make both the story and the writing as quiet as I could, in order that *people" (my great bugbear) might not say that they could not see what the writer felt to be a very plain and earnest truth, for romantic incidents or exaggerated writing.


In un'altra lettera a Catherine Winkworth, la Gaskell  disse che il North British Review ne aveva parlato bene anche se non sapeva chi fosse l'autore dell'articolo.


The North British Review had adelicionsteview of "Rush' init Who che deuce could have written it? it is so truly religious, if makes me swear with delight. I think it is one of the Christian Socialists, but I can't make out which. I must make Will (Gaskell husband) find out.

(Lettera n.149 del ? gennaio 1853 a Catherine Winkworth) 


In un'altra Lady Kay-Shuttleworth del 07 aprile del 1853 la Gaskell faceva capire che il romanzo Ruth fu scritto dopo una lunga e difficile riflessione, l'autrice sentiva che era suo dovere parlare di questo argomento: 


I think the extremes of opinion that I have met with have even gone farther than yours; for I have known of the book being burnt. But from the very warmth with which people have discussed the tale I take heart of grace; it has made them talk and think a little on a subject which is so painful that it requires all one's bravery not to hide one's head like an ostrich [...]


Infine possiamo dire che Ruth ha smosso gli animi dei vittoriani verso un tema che era un tabù all'epoca e  non mi aspettavo nessuna reazione diversa da una società bigotta come quella dell'Ottocento. 

Credo che la Gaskell abbia fatto bene a parlarne, ha usato la sua abilità di scrittrice per sensibilizzare i suoi contemporanei su temi difficili quali la povertà, la lotta operaia, i diritti dei lavoratori, le fallen women, anche se la maggior parte delle persone faceva finta che questi problemi non esistessero, invece era molto attuali e rappresentavano una parte di quello che succedeva nella società inglese dell'epoca. 


*Nota: come sempre ho tradotto io le lettere e la biografia della Gaskell, mi scuso per eventuali errori che ci possono essere nel post. *

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Libri consultati:


♥Elizabeth Gaskell di Jenny Uglow

♥Sui passi di Elizabeth Gaskell di Mara Barbuni -edizioni Jo March 

♥The letters of Mrs Gaskell- J.A.V. Chapple and Arthur Pollard - MANDOLIN casa editrice

♥Futher letters of Mrs Gaskell di John Chapple e Alan Shelston (Manchester University Press)  

♥Ruth- edizione italiana elliot 

♥Il dono del tovagliolo di Gemma Persico- Bonanno editore

♥Sguardo e narrazione. Quattro esempio di scrittura femminile di Paola Partenza -Carocci editore

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